Kusudama scacciapensieri


Mi piace fare gli origami fin da quando sono piccola. Ogni volta che inizio a piegare un foglio, mi risuona nelle orecchie la voce di mia madre che mi dice che non sono abbastanza precisa... Nonostante questo ringrazio ancora la mia maestra che un giorno portò a scuola alcune fotocopie in cui era spiegato come realizzare un uccellino o un alberello. 

Non sono mai diventata bravissima, forse perché in fondo mia mamma ha ragione e non sono abbastanza precisa per fare modelli difficili. O forse perché quelli con le pieghe troppo complesse mi annoiano e mi distraggono dal mio vero interesse: i colori e i disegni della carta. (A proposito, non è facile trovarne di belle, io in questo spesso mi affido ad Amazon. Le mie preferite sono di Folded Squares, tipo questa e questa e di Tuttle Publishing, come questa e questa.)

Quando avevo più tempo - leggi: quando non avevo figli - passavo le ore a ordinare i miei fogli di carta per gradazione cromatica. C'era sempre qualche tinta che non sapevo dove collocare, allora mi arrabbiavo, rimescolavo tutti i fogli e ricominciavo da capo. Ho una passione per i motivi tradizionali, anche riletti in chiave moderna o pop. Anche la texture ha il suo peso nel piacere dell'origami. Ci sono fogli leggerissimi, quasi impalpabili, ma io preferisco quelli più pesanti, che sembrano quasi dei tessuti tanto sono resistenti alla piega.


Digressione a parte, ho realizzato questo kusudama per l'ingresso del nostro appartamento. Il kusudama è un origami modulare, anche se in realtà i moduli vengono incollati o cuciti insieme e non incastrati, quindi tecnicamente non lo si può proprio definire tale. Ma a me il tecnicismo importa poco, quello che amo di questa sfera di fiori è che è bellissima nella sua semplicità, anche di realizzazione. Nasce incollando 12 fiori realizzati ognuno con 5 fogli di carta di lato 7,5 cm.
All'interno ho fatto passare e incollato un cordoncino che ho abbellito con qualche perlina di legno.


Creare un kusudama è un'attività semplice, ripetitiva quel tanto che basta per farti staccare il cervello dalle preoccupazioni quotidiane, ma non troppo da farti annoiare mortalmente. La parte che preferisco è abbinare i motivi, scegliere i colori, nel tentativo che si armonizzino e non si tocchino moduli dello stesso colore. E poi è romantico pensare che che il kusudama ha origini nell'antica cultura giapponese, dove erano utilizzati con incenso e potpourri; probabilmente in origine erano formati con erbe o fiori. La stessa parola è la combinazione dei termini giapponesi kusuri, Medicina, e tama, Sfera.



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